lunedì 22 ottobre 2012

C'è poco da stare Allegri.

-Il panettone, questo sconosciuto-
Spinto da una saudade iperbolica, faccio una capatina al Bar Sport del blog: i sorrisi, gli abbracci, le pacche sulle spalle di qualche mese fa _ ultimo post per l'addio dei Senatori _ si sono trasformati in musi lunghi, un pò assenti, tristi, quasi per effetto di un morphing malefico. La classifica dei rossoneri, d'altronde parla chiaro: 7 punti in otto partite ridefiniscono il concetto di mestizia. Mai così giù dagli anni Quaranta. Si arriva addirittura, e qui sta il paradosso maximo, a rivalutare le sciagurate, scalcagnate annate di Oscar Washington Tabarez/Sacchi prima e Capello (bis) poi. Stagioni in cui si dilapidava (tanto) ad minch...am. Nella scorsa estate, invece si è speso qualcosina; esponenzialmente  meno, ma quel poco, sempre e rigorosamente ad minchi..am. Volenti o nolenti, club e allenatore si sono genuflessi alle rigide regole del Fair Play Finanziario cedendo Ibra e Thiago Silva per esigenze di bilancio. Oltre allo scambio con l'Inter tra l'ingrato Cassano e Pazzini (costato altri 7 milioncini),  l'assurdo acquisto di Niang ( già énfant terrible prima ancora di aver fatto tre e dico tre, passaggi in prima squadra) che secondo voci di mercato verrà ceduto a gennaio. Non dimentichiamo l'arrivo di Zapata, protagonista nella retrocessione in B del Villareal, l'oggetto miserioso Traoré, Constant ( ovvero l'inguardabile Ibra Nero), Bojan, relegato in panca sempre e comunque (ma diamogli spazio!).

Trapuntone pietoso sui capelli biondi di Muntari, dejà vu di Ibrahim Ba. Poi i panchinari dell'anno scorso, innalzati miracolosamente al ruolo di titolari _ miracoli dell'austerity (leggasi braccino da T-Rex) e della mancanza di programmazione dirigenziale. La forza della disperazione. Chi faceva la differenza (Binho, Nocerino. Boateng) è involuto, rattrappito, impalpabile. Senza dimenticare (strap)Pato...  Manca solo l'indiano dei Village People e siamo a bolla.  A Max deadmanwalking Allegri il compito di rivitalizzare l'armata brancaleone di Milanello, già da mercoledì nella partita di Champions con il Malaga. In ritiro dopo le 3 pericottish prese dalla Lazio, ennesima sconfitta che pregiudica il morale e annichilisce la classifica, speriamo metta in fila un undici decente. Non mi sento _ in un panorama così desolato, quasi lunare _ di condannare tout court il mister co.co.pro. Non si può cavare il sangue dalle rape, ma se Emanuelson è la chiave di volta del gioco, se la fascia di capitano è di Bonera, beh, qualcosa non va. Unici spiragli di luce nell'asfittica manovra rossonera De Sciglio ed El Sharawi, i soli uomini di prospettiva di una società allo sbando, che attende sottotraccia, come un miraggio nel deserto, una sosta refrigerante nell'oasi di qualche Emiro, utopico (al momento) investitore per ridare dignità ad una nobile decaduta. 

 

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